Il giglio è una figura araldica di antiche origini. Si tratta ovviamente di una figura stilizzata che ha avuto varie interpretazioni tra gli studiosi: giglio, fiore di loto, colomba, doppia ascia, tridente o freccia etc. Questo tema grafico lo troviamo già in contesti mesopotamici, egizi, micenei e greci. La Chiesa Cristiana lo adottò tra i simboli mariani e come attributo di San Giuseppe. A partire dal Medioevo, il giglio divenne in Francia l’emblema della regalità e fu usato come ornamento sul blasone e sul sigillo dei re francesi capetingi, in francese “fleur de lis”.
Questo emblema araldico lo ritroviamo poi nella prima bandiera del regno di Napoli e deriva dagli Angiò (fino al 1376 un tappeto di gigli d’oro su sfondo azzurro, dal 1376 scudo azzurro con 3 gigli d’oro), di cui i Borbone sono discendenti.
Fu così che il giglio di Francia entrò a far parte definitivamente della bandiera dei Borbone del Regno di Napoli e di Sicilia.
Questo simbolo araldico lo ritroviamo in tutta la pavimentazione del piano nobile di Palazzo Alliata di Villafranca, balconi compresi. L’originaria pavimentazione in maiolica si data al terzo venticinquennio del XVIII secolo e fu realizzata da riggiolari di Vietri sul mare (Salerno).
Evidentemente agli Alliata, Principi del Sacro Romano Impero, grandi di Spagna e pari del Regno, fu concesso di utilizzare il giglio come simbolo di appartenenza all’alta aristocrazia del Regno.
Nella foto, particolare di una maiolica di Palazzo Alliata di Villafranca.